Mai sotto i riflettori mediatici, Mattarella si è raramente espresso sui temi lgbt
Raramente si è espresso sulle questioni che riguardano la comunità lgbt nella sua lunga carriera politica, lontano dalle luci della ribalta mediatica.
Quando in Italia si discuteva dell'istituzione dei Pacs sul modello francese, difese la collega Rosi Bindi. Era il 2006 e Rosi Bindi, allora ministro della Famiglia in quota Margherita nel governo dell'Ulivo, si schierò a favore delle unioni civili sostenendo che "la Chiesa non può non dire quello che pensa. Ma la politica non può non assumersi la responsabilità delle mediazioni e delle scelte. Non dovremmo preoccuparci per le parole dei vescovi, ma eventualmente per il nostro silenzio". Per questo subì duri attacchi dai teo-con.
La difese Sergio Mattarella dichiarando che era "sconfortante che sui temi della bioetica e della famiglia non si esca dalla strumentalizzazione di parte" e che definire Bindi "ministro dei Pacs" era una forzatura.
Sergio Mattarella è giudice della Corte Costituzionale dal 2011. Da allora la Corte ha emesso una sentenza che riguarda temi cari alla comunità lgbt. È la sentenza che ha permesso alla donna trans di Bologna di rimanere con la moglie che aveva sposato prima della transizione ponendo il dubbio che si possa imporre per legge il divorzio, previsto nel caso in cui uno dei due coniugi cambi sesso dopo le nozze.
Mattarella è stato ministro della Difesa dal 1999 al 2001, della Pubblica Istruzione dal 1989 al 1990 e dei Rapporti con il Parlamento dal 1987 al 1989.
Nel 1990, da responsabile del dicastero della Pubblica Istruzione, si scagliò contro il Blond Ambition Tour di Madonna, schierandosi con i vescovi che condannavano il concerto per l'uso di simboli religiosi che la pop star faceva sul palco. Un articolo Repubblica del 6 luglio di quell'anno riporta : "Il ministro della Pubblica Istruzione Sergio Mattarella si schiera con i vescovi e parla di Blond Ambition, l’ultimo show mistico erotico della rockstar italoamericana, come di un’offesa al buongusto e si associa nella loro condanna nei confronti di miss Luisa Veronica Ciccone, colpevole di usare e abusare in scena di simboli ed emblemi religiosi".
Tra i primi messaggi di auguri giunti al neo Presidente Sergio Mattarella, un tweet del Primo Ministro Matteo Renzi che ha scritto: "Buon lavoro, Presidente Mattarella! Viva l'Italia". Immediato anche un telegramma di Papa Bergoglio. Il Pontefice ha rivolto "deferenti espressioni augurali per l'elezione auspicando che possa svolgere il suo compito in funzione dell'unità".
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