martedì 2 giugno 2015

anche i tifosi di calcio impediscono il pride a Mosca


MOSCA - Mosca nemmeno quest'anno ha avuto il suo gay pride: niente da fare per gli omosessuali russi che hanno tentato una manifestazione a sostegno dei diritti dei gay, ma il loro coraggioso tentativo si è concluso con scontri e una quindicina di arresti.

Una settimana fa il sindaco della capitale aveva negato agli attivisti il permesso di manifestare e il suo portavoce aveva avvertito che chi avesse ignorato il divieto avrebbe corso dei rischi. La magistratura aveva successivamente confermato il drastico 'niet'.
Coalizzati nel segno dell'omofobia: polizotti in assetto anti-sommossa, militanti nazionalisti in tuta mimetica, estremisti religiosi e tifosi di calcio, hanno impedito lo svolgimento di una parata in stile Gay Pride che i promotori intendevano far tenere nel cuore di Mosca, in via Tsverkaja, a pochi passi dal palazzo dell'ex Mossovet, dove ora hanno sede gli uffici del sindaco.




"Siamo stati arrestati e picchiati al 10° Gay Pride di Mosca", ha denunciato su Twitter Nikolai Alexeiev, noto attivista per i diritti gay. Non si sa dove i 15 arrestati, riferisce l'agenzia di stampa Interfax, siano stati portati e dove siano ora detenuti. Dal 2006 gli omosessuali non hanno mai ottenuto il diritto di manifestare a Mosca e tutte le loro iniziative sono state disperse con la forza dalla polizia.


A metà del 2013 poi la Russia ha adottato una controversa legge federale che vieta la "propaganda" dell'omosessualità fra i minori, inpedendo così di fatto qualunque manifestazione in difesa dei diritti delle minoranze sessuali. L'anno scorso gli attivisti ci avevano provato comunque, sempre davanti al comune di Mosca. Erano meno di quest'anno e in carcere erano finite due donne, bloccate dalla polizia e caricate su un cellulare dopo aver srotolato uno striscione con i colori dell'arcobaleno, simbolo internazionale della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).

fonte: http://www.repubblica.it/


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