venerdì 19 giugno 2015

Quel traumatico momento in cui ti ritrovi a parlare di calcio con un etero senza volerlo

Essendo io un omosessuale malato di calcio, non ho mai vissuto ne tanto meno capito come il 90% dei gay si rapporta ad esso. E tanto meno mi sono mai trovato in una situazione che per molti omosessuale è imbarazzante, ovvero quando per qualche strano caso del destino si trovano a parlare di calcio o sport con un etero, spesso convinto che tutti gli uomini siano appassionati  e tifosi. 

Ho capito quel momento, traumatico per alcuni,  proprio l'altra sera quando mi trovavo a mangiare in uno dei numerosi fast food della mia Catania.  Un amico mio etero nel nostro tavolo si mise a parlare della recente finale di Champions con il cameriere  che esaltato dall'evento iniziò a coinvolgere tutti gli altri. Me escluso, gli altri sapevano a stento che si gioca in 11 e con una palla e quando il cameriere euforico elencava il mercato bianconero o i possibili campioni che potevano restare, i miei amici con facce confuse annuivano in silenzio facendo timidi sorrisi.




La scena divenne comica e io cercavo di trattenere le risate. Allo stesso tempo però capii l'imbarazzo dei miei amici. Vedevo che non aspettavano altro che terminare al più presto la discussione, cercando di fargli capire che l'interesse che avevano per la finale di Champions era pari a quella che potesse avere lui per lady Gaga, ma il cameriere non voleva fermare la sua passione e continuava imperterrito a elencare i pregi della sua squadra cercando un dialogo che non c'era. Essendo inoltre seduti ad aspettare l'ordinazione non potevano neanche alzarsi per andare via. Dopo poco intervenni io con la mia risata, che non riuscii più a trattenere. Allora il cameriere, che credo si sia sentito preso in giro, andò via ma senza sentirsi offeso e orgoglioso del suo tifo e della sua passione.


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